mercoledì 24 giugno 2020

23. AGGIORNAMENTO AI NAVIGANTI E CONSIGLI

AGGIORNAMENTO AI NAVIGANTI

Rieccoci qua, ho fatto passare parecchio tempo dall'ultimo aggiornamento poichè tra lavoro e vita personale sono stato abbastanza compresso. Ma nonostante tutto, dopo questo periodo decisamente turbolento dei mercati finanziari che, come tanti altri, mi ha lasciato abbastanza frastornato, ho ricominciato la mia consueta attività di piccolo investitore.
Parlando di opzioni, alcuni titoli ad alta volatilità, come NIKOLA (NASDAQ:NKLA), MODERNA (NASDAQ: MRNA) e ZOOM (NASDAQ:ZM) si sono aggiunti al mio "portafoglio speculativo" tradizionale (su cui vendere CALL e PUT DOTM a brevi scadenze) mentre altre vecchie glorie come Canopy Growth (NYSE:CGC) e ROKU (NASDAQ:ROKU) hanno ripreso a fare il loro dovere. Una rotazione forzata del mio portafoglio verso assets più "fisici" unita ad un cambio di strategia ch dettaglierò nel corso del post ha ridotto il mio potenziale di fuoco ma dovrei comunque rimanere in linea con il mio (poco ambizioso) budget iniziale, almeno per quanto riguarda le opzioni.
La recente ondata di tagli ai dividendi, alcuni anche molto inaspettati come Royal Dutch Shell (AMS:RDS.A), ha invece impattato grandemente i miei introiti mensili, facendomi rivalutare alcuni dei saggi consigli che mi ero ripromesso di seguire ma da cui mi ero, ahimè, colpevolmente distaccato.
La grande esposizione sulle major petrolifere come l'italiana Eni e la francese Totale (BIT:ENI, FP:TP) che aveva caratterizzato la mia operatività  negli ultimi mesi si è rivelata veramente eccessiva ed anche se ora stiamo (lentamente) recuperando i danni sono stati ingenti.

1. "Usare il margine per uscire dai guai e non per infilarcisi".

Sebbene possa sembrare del semplice buonsenso (e sicuramente lo è), spesso ci dimentichiamo come il margine di garanzia richiesto per la vendita delle opzioni a margine pur non comportando costi aggiuntivi e risultando quindi completamente gratis, porta con se notevoli rischi. Salvo quindi tatticismi, è opportuno limitarsi a vendere CSP - Cash Secured Puts e non NP - Naked Put. Il margine potrà venirci quindi in soccorso nel caso ci troveremo a dover sdoppiare per rollare in caso di crolli improvvisi che portano all'assegnazione (sempre che non siamo contenti di farci assegnare, nel qual caso ben venga).
Soluzioni intermedie possono certamente essere adottate, avendo però sempre cura di ricordarsi come all'aumentare del margine utilizzato corrisponda in modo più che proporzionale un aumento del profilo di rischio complessivo del proprio portafoglio. E come l'utilizzo di margine ci esponga anche a rischi ulteriori rispetto al capitale conferito all'interno del portafoglio stesso.

2. Il rischio più grande di vendere opzioni PUT - Il Bull Put Credit Spread come alternativa a CSP

A volte dimentichiamo che il rischio più grande di vendere opzioni PUT (CSP) non è quello di essere assegnato, ma quello del fallimento della società sottostante. Da qui l'importanza di orientarsi verso la vendita di titoli di qualità, o di indici (che, per definizione, non falliscono mai).
Le notizie improvvise, come quella di WireCard (FRA:WDI) che ha perso oltre l'80% del proprio valore in pochi giorni, sono per definizione imprevedibili e capitano insapettate. E' quindi opportuno cercare sempre di avere una qualche forma di "copertura" (anche se molto lontana) per porre un limite al proprio rischio.
Quando possibile, quindi, cerchiamo di creare figure come BULL PUT CREDIT SPREAD che consiste nel vendere un opzione PUT (ITM o anche OTM a seconda se la volatilità del titolo lo consente o meno) su un titolo e contestualmente comprare una opzione PUT alla stessa scadenza ma ad uno strike più basso.

Il vantaggio di questa strategia è che, pur a fronte del consueto cap ai profitti come in tutte le strategie di vendita opzioni, a differenza della vendita di opzioni PUT come Cash Secure PUT (CSP) abbiamo un rischio totale minore.
Infatti:
  1. Se il giorno di scadenza titolo chiude ad un prezzo superiore allo strike price più alto (quello relativo all'opzione PUT venduta), entrambe le opzioni scadranno senza valore residuo e pertanto otterremo il profitto massimo da questa operazione pari al premio incassato per la vendita della PUT con strike price superiore meno quanto pagato per il premio dell'acquisto della PUT a strike inferiore, meno le commissioni per entrambe le operazioni.
  2. Se il giorno di scadenza il titolo chiude ad un prezzo inferiore allo strike price più basso (quello relativo all'opzione PUT comprata), otterremo la perdita massima da questa operazione, pari alla differenza tra gli strike price delle due PUT a cui sottrarre il premio ricevuto per la vendita delle put e aggiungere le commissioni pagate.
Di seguito tabelline riassuntive sugli esiti della strategia

Questa strategia, invece, darà un pareggio quando il prezzo del titolo sottostante alla scadenza sarà pari a 

Ogni valore di prezzo superiore a tale break-even point si tradurrà in un profitto per l'operatore.

Ricordiamoci, essendo questa un'operazione multi-leg, di chiudere tutte le posizioni l'ultimo giorno di contrattazioni e non lasciarle "scadere", anche se senza valore residuo. In questo modo si riduce il rischio di essere assegnati durante le ore in cui, pur essendo chiuse le contrattazioni, è ancora possibile essere esercitati.

3. Aggiornamento Strategia - Inserimento ETF

La recente volatilità sui mercati, unita ad un maggiore coinvolgimento di mia moglie all'interno del mio piano di investimento, mi porterà nell'imminente futuro ad implementare strategie di tipo PAC su una serie di ETF. L'obiettivo, come per il resto del mio portafoglio, sarà quello di ottenere una rendita mensile costante e crescente nel tempo e pertanto prediligerò tutti quegli ETF che hanno come caratteristica quella di distribuire cedole e dividendi crescenti nel tempo (e possibilmente con pagamenti cadenzati mensilmente). Sicuramente questo ridurrà la mia disponibilità per la parte tradizionale del mio portafoglio ma lo renderà (spero!) complessivamente più stabile e meno soggetto ai colpi di volatilità visti nei mesi scorsi.

Gli ETF inseriti saranno di tipo azionario e, probabilmente, con opzioni (eheh) come alcuni che implementano strategie di tipo covered call e vendita di PUT come ad esempio il BMO Premium Yield ETF quotato in Canada (TSE:ZPAY) disponibile sia in USD (TSE:ZPAY.U) che in CAD (TSE:ZPAY.F).
La bellezza di questo ETF, che si adatta perfettamente al tipo di strategia implementata è il contemporaneo utilizzo di strategie Covered Call (CC) e Cash Secured Put (CSP) unito al possesso di titoli fisici.


Nessun commento:

Posta un commento

55 - Opzioni e Volatilità - 505 Scarsa Volatilità

Il problema di troppo poca volatilità, cosa c'è dietro La vendita di opzioni è una strategia di investimento che può essere molto reddit...