martedì 1 agosto 2023

55 - Opzioni e Volatilità - 505 Scarsa Volatilità

Il problema di troppo poca volatilità, cosa c'è dietro

La vendita di opzioni è una strategia di investimento che può essere molto redditizia, ma può anche essere frustrante in momenti di scarsa volatilità. Quando la volatilità è bassa, infatti, i premi incassati dalla vendita di opzioni sono inferiori, il che può rendere più difficile raggiungere gli obiettivi di investimento.

Infatti, la volatilità è un fattore chiave che determina il prezzo delle opzioni. Quando la volatilità è alta, i prezzi delle opzioni sono alti, il che significa che i premi incassati dalla vendita di opzioni sono superiori. Quando la volatilità è bassa, i prezzi delle opzioni sono bassi, il che significa che i premi incassati dalla vendita di opzioni sono inferiori. Come mai?

Per capire come mai dobbiamo andare a vedere come si forma il prezzo di un'opzione. Ecco alcune formule che possono essere utilizzate per calcolare il prezzo di un'opzione:

Il prezzo di un'opzione call è dato dalla formula seguente:

C = SN(d1) - K^(r-q)T

dove:

  • C è il prezzo dell'opzione call
  • S è il prezzo dell'attività sottostante
  • K è il prezzo di esercizio dell'opzione
  • N(d1) è la funzione di distribuzione normale standardizzata per il valore di d1
  • r è il tasso di interesse senza rischio
  • q è il dividendo dell'attività sottostante
  • T è il tempo di scadenza dell'opzione
In parole povere, il prezzo di un'opzione call è dato dalla somma del prezzo del sottostante e del premio dell'opzione (c.d. valore intrinseco). Il prezzo del sottostante è il prezzo corrente dell'attività sottostante, mentre il premio dell'opzione è la somma di denaro che il venditore dell'opzione riceve dal compratore dell'opzione meno quanto corrisposto per il valore intrinseco.

Il prezzo di un'opzione put è dato dalla formula seguente:

P = K^(r-q)T - SN(d2)

dove:

  • P è il prezzo dell'opzione put
  • K è il prezzo di esercizio dell'opzione
  • N(d2) è la funzione di distribuzione normale standardizzata per il valore di d2
  • r è il tasso di interesse senza rischio
  • q è il dividendo dell'attività sottostante
  • T è il tempo di scadenza dell'opzione

Allo stesso modo il prezzo di un'opzione put è dato dalla differenza tra il prezzo di esercizio dell'opzione e il prezzo dell'attività sottostante.

Le formule soprastanti tengono conto della volatilità nel prezzo delle opzioni attraverso il valore di d1 e d2.

d1 e d2 sono dati dalle formule seguenti:

  • d1 = (ln(S/K) + (r - q + σ^2/2)T) / σ√T
  • d2 = d1 - σ√T

dove: σ è la volatilità dell'attività sottostante

Come puoi vedere, la volatilità è presente in entrambe le formule. Più alta è la volatilità, più alto è il prezzo dell'opzione. Questo perché un'opzione è un contratto che dà al detentore il diritto di acquistare o vendere un'attività sottostante ad un prezzo prestabilito in una data futura. Se la volatilità è alta, significa che c'è una maggiore possibilità che il prezzo dell'attività sottostante si muova in modo significativo in una data futura. Questo aumenta il valore dell'opzione, poiché il detentore dell'opzione ha una maggiore possibilità di guadagnare denaro esercitando l'opzione. Al contrario, se la volatilità è bassa, significa che c'è una minore possibilità che il prezzo dell'attività sottostante si muova in modo significativo in una data futura. Questo riduce il valore dell'opzione, poiché il detentore dell'opzione ha una minore possibilità di guadagnare denaro esercitando l'opzione.

Possiamo quindi dire che durante i periodi di bassa volatilità, è generalmente più vantaggioso acquistare opzioni piuttosto che venderle. Questo perché i premi delle opzioni sono generalmente più bassi durante i periodi di bassa volatilità.

Mentre invece nei periodi di alta volatilità è vero l'opposto.

Vendere volatilità sfruttando il fenomeno della regressione verso la media.

La vendita di volatilità è una strategia di investimento che comporta la vendita di opzioni. Quando vendi un'opzione, stai assumendo il rischio che il prezzo dell'attività sottostante si muova contro di te. Tuttavia, se il prezzo dell'attività sottostante non si muove molto, puoi guadagnare denaro dal premio dell'opzione. Vendendo nei momenti di volatilità più alta della media, possiamo provare ad acquisire un edge statistico sfruttando il fenomeno della regressione verso la media.

La regressione verso la media è un fenomeno statistico che afferma che i valori estremi sono più probabili di essere seguiti da valori più vicini alla media. In termini di investimento, ciò significa che i mercati che hanno avuto un forte movimento al rialzo o al ribasso sono più probabili di tornare alla media nel breve termine.

Venendo a noi la regressione verso la media può essere utilizzata per descrivere il comportamento del prezzo delle opzioni. Quando il prezzo di un'opzione è elevato, significa che il mercato si aspetta un forte movimento del prezzo dell'attività sottostante. Tuttavia, la regressione verso la media suggerisce che è probabile che il prezzo dell'attività sottostante torni alla media nel breve termine. Ciò significa che il prezzo dell'opzione è probabile che diminuisca nel breve termine. In altri termini, la componente di valore composta da Vega aumenta in maniera più che proporzionale rispetto a quella delle altre componenti. Probabilmente, la volatilità tornerà nella media, e questo comporterà un abbassamento del prezzo complessivo; in presenza di spike anomali, può convenire quindi prima di vendere un opzione per poi chiuderla (ricomprando) non appena la volatilità tornerà nella media.

La vendita di volatilità, quindi, può certamente essere una strategia redditizia se il mercato è in una fase di regressione verso la media. Tuttavia dobbiamo ricordare che la regressione verso la media non è una legge della fisica e non è sempre accurata. Tuttavia, è un fenomeno statistico che può essere utilizzato per prendere decisioni informate sugli investimenti.

La vendita della volatilità, inoltre, è una strategia molto rischiosa. Non dobbiamo dimenticare infatti che il Vega è una misura importante del rischio di un'opzione, poiché misura la sensibilità del prezzo dell'opzione ai cambiamenti della volatilità implicita. La volatilità implicita è una misura della volatilità attesa del prezzo dell'attività sottostante. Un aumento della volatilità implicita significa che il mercato si aspetta un maggiore movimento del prezzo dell'attività sottostante. Ciò aumenta il rischio di un'opzione, poiché aumenta la possibilità che l'opzione venga esercitata.

mercoledì 28 giugno 2023

54 - Volatilità nelle Opzioni: Guida completa alla Volatilità Storica ed Implicita

La volatilità è un concetto chiave nel mondo delle opzioni e uno dei fattori più importanti da considerare per i trader. Essa rappresenta la misura delle fluttuazioni dei prezzi degli strumenti finanziari nel tempo. La volatilità può essere suddivisa in due categorie principali: volatilità storica e volatilità implicita. In questo articolo, esploreremo la differenza tra le due e spiegheremo come calcolare entrambe per prendere decisioni informate nel trading di opzioni.

Volatilità Storica

Come abbiamo visto in un a volatilità storica è una misura retrospettiva delle fluttuazioni dei prezzi di un asset finanziario nel corso del tempo. Per calcolare la volatilità storica, è necessario disporre di un set di dati storici dei prezzi. Il calcolo della volatilità storica coinvolge diversi passaggi, ma una delle formule più comuni utilizzate è la deviazione standard dei rendimenti giornalieri. La deviazione standard misura quanto i prezzi degli asset si discostano dalla loro media. Maggiore è la deviazione standard, maggiore è la volatilità storica dell'asset.

Volatilità Implicita

La volatilità implicita è una misura delle aspettative future del mercato riguardo alla volatilità di un asset sottostante. Essa viene spesso espressa come una percentuale e rappresenta la volatilità "imposta" dal mercato sul prezzo delle opzioni. La volatilità implicita può essere influenzata da diversi fattori, come eventi economici, notizie di mercato o annunci societari. Per calcolare la volatilità implicita, vengono utilizzati i prezzi delle opzioni negoziate sul mercato. Esistono modelli matematici complessi, come il modello Black-Scholes, che consentono di stimare la volatilità implicita.

Calcolo della Volatilità Storica:

Per calcolare la volatilità storica, segui questi passaggi:

  1. Raccogli un set di dati storici dei prezzi dell'asset.
  2. Calcola i rendimenti giornalieri sottraendo il prezzo di chiusura del giorno precedente dal prezzo di chiusura del giorno corrente e dividendo il risultato per il prezzo di chiusura del giorno precedente.
  3. Calcola la deviazione standard dei rendimenti giornalieri per l'intero periodo di osservazione.
  4. Moltiplica la deviazione standard per la radice quadrata del numero di giorni di trading in un anno per ottenere la volatilità storica annuale.

Calcolo della Volatilità Implicita:

Calcolare la volatilità implicita è un processo più complesso che coinvolge l'utilizzo di modelli matematici come il modello Black-Scholes. Tuttavia, esistono diverse piattaforme di trading che forniscono la volatilità implicita stimata per le opzioni negoziate sul mercato. Queste stime sono spesso disponibili come "greeks" nelle opzioni, come ad esempio la gamma, la delta e la vega.

La volatilità implicita può essere calcolata inversamente utilizzando il modello Black-Scholes. Invece di stimare il prezzo delle opzioni sulla base di una volatilità implicita data, è possibile utilizzare il prezzo delle opzioni e retrocedere per ottenere una stima della volatilità implicita. Ciò può essere fatto mediante l'uso di metodi di approssimazione numerica come il metodo di Newton-Raphson o l'uso di fogli di calcolo con funzioni specifiche per il calcolo della volatilità implicita.

L'importanza della volatilità nelle opzioni è dovuta al fatto che le opzioni sono influenzate dalla variazione dei prezzi dell'asset sottostante. Una maggiore volatilità aumenta la probabilità che l'opzione raggiunga il suo prezzo di esercizio e, quindi, può aumentare il suo valore. Al contrario, una volatilità ridotta può ridurre il valore delle opzioni. Comprendere e monitorare sia la volatilità storica che quella implicita può aiutare i trader a prendere decisioni informate sul trading di opzioni.

In conclusione, la volatilità nelle opzioni è un fattore cruciale da considerare per i trader. La volatilità storica rappresenta le fluttuazioni passate dei prezzi dell'asset, mentre la volatilità implicita riflette le aspettative future del mercato. Il calcolo di entrambe le volatilità richiede l'utilizzo di formule e metodi specifici. Monitorare e comprendere la volatilità può fornire agli operatori una maggiore consapevolezza dei rischi e delle opportunità legate alle opzioni e può aiutare a prendere decisioni di trading più informate.

mercoledì 31 maggio 2023

53 - Covered Call e titoli a Dividendi: una strategia per aumentare i rendimenti

Se possiedi delle azioni che pagano dei dividendi e vuoi incrementare il tuo flusso di cassa, una strategia che puoi utilizzare è quella delle covered call. Si tratta di vendere delle opzioni call sulle azioni che hai in portafoglio, ricevendo un premio che si aggiunge ai dividendi. In questo modo, puoi ottenere un rendimento maggiore rispetto al solo possesso delle azioni, ma devi anche essere consapevole dei rischi e delle meccaniche di questa operazione.

Cos'è una covered call?

Una covered call è una strategia che consiste nel vendere una opzione call su un'azione che si possiede già. Un'opzione call è un contratto che dà il diritto (ma non l'obbligo) all'acquirente di comprare l'azione sottostante a un prezzo prestabilito (detto strike) entro una data di scadenza. Il venditore dell'opzione, invece, ha l'obbligo di consegnare l'azione se l'acquirente esercita il suo diritto. In cambio, il venditore riceve un premio, che è il prezzo dell'opzione.

La strategia della covered call si chiama così perché il venditore dell'opzione ha già le azioni in portafoglio, quindi è "coperto" nel caso in cui debba consegnarle. Se non avesse le azioni, si troverebbe in una situazione di rischio illimitato, perché dovrebbe comprare le azioni sul mercato a un prezzo potenzialmente molto più alto dello strike.

Perché vendere una covered call?

Il motivo principale per vendere una covered call è quello di aumentare il rendimento del proprio portafoglio. Infatti, il premio ricevuto dalla vendita dell'opzione si aggiunge al dividendo pagato dall'azione sottostante, generando un flusso di cassa extra. Inoltre, la vendita dell'opzione riduce il costo medio delle azioni possedute, aumentando il margine di profitto in caso di vendita.

Un altro motivo per vendere una covered call è quello di proteggere il proprio portafoglio da eventuali ribassi del mercato. Infatti, il premio ricevuto dalla vendita dell'opzione funge da cuscinetto contro le perdite potenziali derivanti da una diminuzione del prezzo dell'azione sottostante. In altre parole, la vendita dell'opzione abbassa il punto di pareggio del portafoglio.

Quali sono i rischi di una covered call?

La vendita di una covered call comporta anche dei rischi che devono essere valutati attentamente prima di applicare questa strategia. Il primo rischio è quello di limitare il potenziale di guadagno del portafoglio. Infatti, se il prezzo dell'azione sottostante sale sopra lo strike dell'opzione, il venditore sarà obbligato a consegnare le azioni all'acquirente, perdendo la possibilità di beneficiare dell'aumento del prezzo. In altre parole, la vendita dell'opzione impone un tetto al profitto del portafoglio.

Un altro rischio è quello di dover pagare delle commissioni per la vendita dell'opzione e per la consegna delle azioni. Queste commissioni possono erodere il premio ricevuto e ridurre il rendimento effettivo della strategia. Inoltre, la vendita dell'opzione può avere delle implicazioni fiscali, a seconda della legislazione vigente nel paese in cui si opera.

Come scegliere lo strike e la scadenza di una covered call?

Per applicare efficacemente la strategia della covered call, bisogna scegliere con cura lo strike e la scadenza dell'opzione da vendere. Questi due parametri influenzano infatti il premio ricevuto e il rischio assunto dal venditore.

In generale, uno strike più alto corrisponde a un premio più basso e a un maggior potenziale di guadagno dal rialzo del prezzo dell'azione sottostante. Al contrario, uno strike più basso corrisponde a un premio più alto e a un minor potenziale di guadagno dal rialzo del prezzo dell'azione sottostante.

Per quanto riguarda la scadenza, in generale una scadenza più lunga corrisponde a un premio più alto e a un maggior rischio di dover consegnare le azioni. Al contrario, una scadenza più breve corrisponde a un premio più basso e a un minor rischio di dover consegnare le azioni.

La scelta dello strike e della scadenza dipende quindi dalle aspettative e dalla tolleranza al rischio del venditore. Se si vuole ottenere un rendimento elevato e si è disposti a cedere le azioni in caso di forte rialzo del prezzo, si può optare per uno strike basso e una scadenza lunga. Se invece si vuole mantenere la possibilità di beneficiare del rialzo del prezzo e si è disposti a ricevere un rendimento inferiore, si può optare per uno strike alto e una scadenza breve.

Esempio pratico di covered call

Per illustrare meglio il funzionamento della strategia della covered call, facciamo un esempio pratico. 

Supponiamo che tu abbia in portafoglio 100 azioni Globalx Nasdaq100 Covered Call Ucits Etf (QYLD), un ETF che replica l'indice Nasdaq 100 e che applica la strategia della covered call sulle sue componenti. Questo ETF paga dei dividendi mensili con una cedola annua attorno al 10%. Al momento della scrittura (30 maggio 2023), l'ETF ha un prezzo di 14,944 euro per azione.

Supponiamo che tu voglia aumentare il tuo rendimento vendendo delle opzioni call sull'ETF con scadenza giugno 2023 e strike 15 euro. Il premio per queste opzioni è di 0,15 euro per azione. Vendendo quindi 1 contratto (che corrisponde a 100 azioni), riceverai 15 euro (0,15 x 100) come premio.

A questo punto ci sono tre possibili scenari alla scadenza dell'opzione:

  • Scenario 1: il prezzo dell'ETF rimane sotto lo strike (15 euro). In questo caso l'opzione scade senza valore e tu mantieni le tue 100 azioni QYLD e i relativi dividendi. Il tuo rendimento sarà dato dal premio ricevuto (15 euro) più i dividendi incassati (circa 12 euro) diviso per il costo delle azioni (1494 euro), ovvero circa l'1,8% in un mese.
  • Scenario 2: il prezzo dell'ETF sale sopra lo strike (15 euro). In questo caso l'acquirente dell'opzione eserciterà il suo diritto e tu dovrai consegnargli le tue 100 azioni QYLD al prezzo di 15 euro per azione. Il tuo rendimento sarà dato dalla differenza tra lo strike e il costo delle azioni (15 - 14,944 = 0,056 euro per azione) più il premio ricevuto (0,15 euro per azione) più i dividendi incassati (circa 0,12 euro per azione), ovvero circa il 2% in un mese.
  • Scenario 3: il prezzo dell'ETF sale molto sopra lo strike (ad esempio 16 euro). In questo caso l'esito è lo stesso dello scenario 2: dovrai consegnare le tue 100 azioni QYLD al prezzo di 15 euro per azione. Tuttavia, in questo scenario avrai perso la possibilità di beneficiare del forte rialzo del prezzo dell'ETF. Il tuo rendimento sarà dato dalla differenza tra lo strike e il costo delle azioni (15 - 14,944 = 0,056 euro per azione) più il premio ricevuto (0,15 euro per azione) più i dividendi incassati (circa 0,12 euro per azione), ovvero circa il 2% in un mese.
È importante notare che questo esempio è puramente illustrativo e i risultati possono variare in base alle condizioni di mercato effettive. La strategia della covered call può offrire un'opportunità interessante per aumentare i rendimenti, ma è necessario valutare attentamente i rischi e adattare la strategia alle proprie esigenze e aspettative.

In conclusione, la strategia della covered call può essere una scelta appropriata per gli investitori che desiderano incrementare il flusso di cassa generato dalle azioni con dividendi. Vendere opzioni call sulle azioni in portafoglio può generare un premio aggiuntivo che si somma ai dividendi, offrendo un rendimento complessivo più elevato. Tuttavia, è fondamentale comprendere i rischi associati a questa strategia e scegliere con cura lo strike e la scadenza delle opzioni per adattarli alle proprie aspettative e tolleranza al rischio.

lunedì 29 maggio 2023

52 - Il Processo Strategico

Nella gestione della nostra finanza personale, possiamo imparare molto dall'organizzazione militare. La strategia, intesa come il piano di azione complessivo per raggiungere un obiettivo, è fondamentale per ottenere il successo finanziario a lungo termine. In questo articolo, esploreremo le analogie tra la strategia militare e la finanza personale, evidenziando l'importanza della vision, della strategia e della tattica in relazione ai differenti timeframe. Inoltre, approfondiremo le fasi del processo strategico e i punti chiave da considerare per creare una solida strategia finanziaria.

La Strategia Militare come Modello per la Finanza Personale:

Quando si parla di strategia, è essenziale distinguere tra vision, strategia e tattica. La vision è l'obiettivo finale che vogliamo raggiungere, la nostra destinazione finale. La strategia rappresenta il percorso che seguiremo per raggiungere la vision, mentre la tattica si concentra sui dettagli delle azioni da intraprendere a breve termine. Questi concetti sono altrettanto applicabili alla finanza personale.

I Timeframe nella Finanza Personale:

Come nell'organizzazione militare, anche nella finanza personale dobbiamo considerare differenti timeframe. 

Ad esempio, la vision potrebbe essere il raggiungimento di una situazione finanziaria confortevole e sicura a lungo termine, come la pensione o la libertà finanziaria. La strategia può essere vista come il piano generale che ci aiuterà a raggiungere la nostra vision nel corso degli anni, mentre la tattica riguarda le azioni quotidiane che intraprendiamo per gestire il nostro denaro.

Infatti è senz'altro vero che ogni fase del processo strategico richiede una prospettiva temporale specifica per prendere decisioni informate e pianificare adeguatamente. E quindi:

  • La vision finanziaria a lungo termine rappresenta il nostro obiettivo finale, che potrebbe includere la creazione di un patrimonio duraturo, il raggiungimento della libertà finanziaria o la sicurezza economica durante la pensione. Questa vision ci fornisce una bussola per orientarci e definisce il punto di arrivo desiderato. È importante considerare il timeframe di anni o addirittura decenni per perseguire una vision finanziaria significativa.
  • La strategia finanziaria si concentra sul percorso che seguiremo per realizzare la nostra vision a lungo termine. Questo piano generale può avere un timeframe di medio termine, che potrebbe essere di 5-10 anni. Durante questa fase, definiremo le strategie di investimento, l'allocazione delle risorse, la gestione del debito e le azioni per costruire un solido fondamento finanziario. Ad esempio, potremmo stabilire obiettivi intermedi, come accumulare un certo importo di risparmio, pagare un debito specifico o investire in un'attività imprenditoriale.
  • La tattica finanziaria riguarda infine le azioni quotidiane che intraprendiamo per gestire il nostro denaro. Questo timeframe è a breve termine e può riguardare il budgeting, il risparmio, il monitoraggio delle spese e la gestione delle entrate. La tattica è strettamente legata all'implementazione del piano di azione e richiede una visione immediata delle nostre finanze. Ad esempio, potremmo pianificare un budget mensile, cercare modi per risparmiare sui costi ricorrenti o adottare strategie di riduzione delle spese.

È fondamentale comprendere e bilanciare questi timeframe nella finanza personale. Sebbene la vision a lungo termine sia l'obiettivo finale, non possiamo trascurare la strategia a medio termine e la tattica a breve termine. Ogni fase richiede attenzione e pianificazione, poiché le azioni che intraprendiamo oggi avranno un impatto sul nostro futuro finanziario.

Inoltre, è importante adattare la nostra strategia e tattica in base ai cambiamenti nella situazione finanziaria e nelle circostanze personali. Periodicamente, dovremmo rivedere la nostra vision, ricalibrare la strategia e apportare aggiustamenti alla tattica per mantenere l'allineamento con i nostri obiettivi e le condizioni di mercato.

Le 5 Fasi del Processo Strategico nella Finanza Personale:

  1. Definizione della direzione: Questa fase coinvolge l'identificazione chiara della nostra vision finanziaria. Dobbiamo capire cosa vogliamo ottenere e quali obiettivi a lungo termine vogliamo raggiungere.
  2. Analisi della situazione: In questa fase, valutiamo la nostra situazione finanziaria attuale, valutando entrate, spese, asset e passività. Un'analisi accurata ci permette di comprendere la nostra posizione finanziaria e le sfide che potremmo affrontare nel raggiungimento della nostra vision.
  3. Processo decisionale: Una volta compresa la nostra situazione finanziaria, dobbiamo prendere decisioni informate. Definiamo gli obiettivi di lungo termine, identifichiamo le possibili strategie e valutiamo i rischi e le opportunità.
  4. Implementazione: Questa fase riguarda l'esecuzione del piano di azione. Creiamo una strategia dettagliata, definiamo un piano finanziario personale e mettiamo in pratica le azioni necessarie per perseguire i nostri obiettivi.
  5. Controllo: Monitoriamo e valutiamo regolarmente i progressi fatti verso i nostri obiettivi. Effettuiamo aggiustamenti se e quando necessario e rimaniamo flessibili adattandoci alla realtà.

Punti Chiave della Strategia Finanziaria:

  • Vision: La vision rappresenta la nostra meta finanziaria a lungo termine. È importante avere una chiara comprensione di cosa vogliamo ottenere, che si tratti di una pensione confortevole, la creazione di un'azienda o la realizzazione di un grande progetto personale. La vision ci fornisce una direzione chiara e un motivo per impegnarci nella pianificazione finanziaria.
  • Obiettivi di Lungo Termine: Definire obiettivi finanziari specifici e di lungo termine è essenziale per stabilire una strategia efficace. Gli obiettivi dovrebbero essere realistici, misurabili e temporalmente definiti. Ad esempio, potremmo fissare l'obiettivo di risparmiare una certa somma entro un determinato periodo di tempo o di investire in un'attività immobiliare entro un dato numero di anni.
  • Strategia (Percorso): La strategia finanziaria rappresenta il percorso che seguiremo per raggiungere i nostri obiettivi di lungo termine. Questa potrebbe includere l'allocazione degli investimenti, la diversificazione del portafoglio, la gestione del debito o l'acquisizione di competenze finanziarie. La strategia dovrebbe essere personalizzata in base alle nostre esigenze, alla nostra situazione finanziaria e ai nostri obiettivi.
  • Piano di Azione Dettagliato: Una volta definita la strategia, è fondamentale creare un piano di azione dettagliato per metterla in pratica. Questo piano dovrebbe includere azioni specifiche, come il risparmio di una percentuale fissa del reddito, l'investimento in fondi indicizzati o la riduzione delle spese superflue. Il piano di azione ci aiuta a tradurre la strategia in azioni concrete e ci permette di monitorare i progressi nel tempo.

Pericoli di Muoversi Senza Strategia e Affidarsi Solo alla Tattica:

Muoversi senza una strategia solida può comportare rischi finanziari significativi. Senza una vision chiara e obiettivi definiti, siamo più inclini a prendere decisioni impulsive, a seguire le mode finanziarie del momento o a lasciarci influenzare dalle emozioni. Ciò può portare a cattive scelte di investimento, a un accumulo di debiti e a una mancanza di progressi significativi verso i nostri obiettivi finanziari.

Inoltre, affidarsi esclusivamente alla tattica senza una strategia di fondo può portare a una mancanza di coerenza e direzione nel gestire le nostre finanze. Potremmo essere bravi a risparmiare qui e là, ma senza una strategia a lungo termine, rischiamo di perdere di vista l'obiettivo finale e di non massimizzare il nostro potenziale finanziario.

Possiamo concludere questo paragrafo dicendo che, certamente, La finanza personale richiede una mentalità strategica. Apprendere dall'organizzazione militare può fornirci una prospettiva utile per gestire le nostre finanze in modo efficace. Definendo una vision chiara e stabilendo obiettivi di lungo termine, possiamo creare una solida strategia finanziaria. Questa strategia ci guiderà nel prendere decisioni finanziarie informate e nel pianificare azioni concrete per raggiungere i nostri obiettivi.

La gestione dei differenti timeframe nella finanza personale è un elemento chiave per il successo finanziario a lungo termine. Dalla vision a lungo termine alla strategia a medio termine e alla tattica a breve termine, ogni fase richiede attenzione e pianificazione accurata. Bilanciare queste prospettive temporali ci permette di creare una strategia finanziaria solida e coerente, prendere decisioni informate e mantenere la direzione verso i nostri obiettivi finanziari desiderati.

Avere strategia finanziaria ci aiuterà ad evitare i pericoli di muoverci senza una direzione chiara. Senza una strategia, rischiamo di cadere preda delle tentazioni e delle emozioni del momento, compromettendo il nostro benessere finanziario a lungo termine. Inoltre, affidarsi solo alla tattica senza una strategia di fondo può portare a una gestione finanziaria disorganizzata e incoerente.

Pertanto, prendiamoci il tempo necessario per definire la nostra vision finanziaria, stabilire obiettivi di lungo termine e creare una strategia finanziaria ben ponderata. Pianifichiamo le nostre azioni, adottiamo un approccio disciplinato e monitoriamo regolarmente i nostri progressi. Solo così potremo raggiungere il successo finanziario desiderato e ottenere una solida base per il nostro futuro.

Ricordiamoci che nella finanza personale, come nell'organizzazione militare, la strategia è l'arma segreta per conquistare il successo.

venerdì 26 maggio 2023

51 - Trading e Volatilità

Il trading e la volatilità sono strettamente correlati e giocano un ruolo fondamentale nell'ambiente finanziario. La volatilità dei mercati rappresenta la misura delle fluttuazioni dei prezzi degli strumenti finanziari nel tempo. Per i trader, la volatilità offre opportunità di profitto, ma può anche comportare rischi significativi. Vediamo come la volatilità influisce sul trading e quali strategie possono essere utilizzate per affrontarla.

La volatilità può essere un'arma a doppio taglio per i trader. Da un lato, una maggiore volatilità può fornire maggiori opportunità di profitto. I movimenti dei prezzi più ampi possono creare possibilità di trading più frequenti e potenzialmente più redditizie. I trader che cercano di trarre profitto dalla volatilità possono adottare strategie come il day trading o il trading su eventi specifici, come annunci di guadagni o notizie economiche importanti, che possono generare rapidi cambiamenti dei prezzi.

D'altra parte, la volatilità può anche comportare rischi significativi. Fluttuazioni dei prezzi più ampie possono portare a perdite più consistenti se le previsioni di mercato sono errate o se le posizioni vengono mantenute per un periodo di tempo prolungato senza un adeguato controllo del rischio. I trader devono essere consapevoli dei rischi associati alla volatilità e adottare adeguate strategie di gestione del rischio, come l'utilizzo di stop loss e il dimensionamento appropriato delle posizioni.

Esistono anche diverse strategie specifiche che i trader possono utilizzare per affrontare la volatilità:

  • Breakout trading: Questa strategia coinvolge l'identificazione di livelli chiave di supporto e resistenza e l'apertura di posizioni quando il prezzo supera tali livelli. I trader di breakout cercano di trarre profitto dai movimenti dei prezzi che si verificano dopo una fase di consolidamento o quando un livello significativo viene superato.
  • Trading di opzioni: Le opzioni possono offrire ai trader una maggiore flessibilità nella gestione della volatilità. Ad esempio, l'acquisto di opzioni call o put può consentire ai trader di trarre profitto dai movimenti dei prezzi al rialzo o al ribasso, rispettivamente, con un rischio limitato al premio pagato per l'opzione.
  • Scalping: Il trading di scalp consiste nell'apertura e nella chiusura rapida di posizioni per trarre profitto da piccole fluttuazioni dei prezzi. Questa strategia sfrutta la volatilità a breve termine e richiede una rapida esecuzione delle operazioni.
  • Trading di trend: I trader di tendenza cercano di trarre profitto dai movimenti dei prezzi a lungo termine. Questa strategia coinvolge l'identificazione di trend di mercato e l'apertura di posizioni in linea con la direzione del trend dominante. La volatilità può influenzare la durata e l'intensità dei trend, quindi i trader di tendenza devono essere consapevoli dei rischi associati a una volatilità eccessiva o inaspettata
Nel trading, è importante adottare un approccio disciplinato e avere una solida strategia di gestione del rischio per affrontare la volatilità. Alcuni consigli utili includono:
  • Imposta stop loss: Utilizza ordini di stop loss per limitare le perdite in caso di movimenti avversi dei prezzi. Questo ti consente di proteggere il tuo capitale e limitare il rischio di grandi perdite in caso di improvvisi cambiamenti di mercato.
  • Diversifica il portafoglio: Non mettere tutte le uova in un solo cesto. Distribuisci il tuo capitale su diversi strumenti finanziari, settori o mercati per ridurre l'esposizione a una singola asset class o a movimenti specifici del mercato. La diversificazione può aiutare a mitigare l'impatto della volatilità su un singolo asset o una singola posizione.
  • Adatta la tua strategia alla volatilità: La volatilità può variare nel tempo. Adatta la tua strategia di trading alle condizioni di mercato correnti. In periodi di alta volatilità, potresti preferire strategie più conservative o utilizzare strumenti di copertura per ridurre il rischio. In periodi di bassa volatilità, potresti considerare strategie che sfruttano piccoli movimenti dei prezzi.
  • Mantieni una mentalità equilibrata: La volatilità può essere emotivamente impegnativa per i trader. Mantieni la calma e prendi decisioni razionali basate sui dati e sulla tua strategia. Evita di lasciarti trascinare dalle emozioni e di prendere decisioni impulsivamente.
In conclusione, la volatilità è una caratteristica intrinseca dei mercati finanziari e può offrire sia opportunità che rischi per i trader. Con una corretta gestione del rischio e una strategia ben definita, è possibile affrontare la volatilità e sfruttarne i vantaggi. Mantieni la disciplina, adatta la tua strategia alle condizioni di mercato e cerca sempre di proteggere il tuo capitale.

mercoledì 24 maggio 2023

50 - La Volatilità di portafoglio

Nel mondo degli investimenti, la volatilità di portafoglio svolge un ruolo cruciale nella gestione del rischio. Mentre nel post precedente abbiamo esplorato la volatilità e la varianza riferiti a singole azioni, a questo punto, però, come investitori è altrettanto importante comprendere come la volatilità si estenda al livello del portafoglio. In questo articolo, esamineremo la volatilità di portafoglio, il suo significato e come può essere gestita per ottenere un bilancio appropriato tra rischio e rendimento. Scopriremo anche alcune strategie per diversificare il portafoglio e ridurre la volatilità complessiva.

La volatilità di portafoglio

La volatilità di portafoglio si riferisce alla misura della variazione dei rendimenti complessivi di un portafoglio di investimenti nel tempo. A differenza della volatilità delle singole azioni, che misura la variazione dei prezzi di un singolo titolo, la volatilità di portafoglio tiene conto delle correlazioni e delle interazioni tra gli strumenti finanziari all'interno di un portafoglio. Questo fornisce una valutazione più accurata del rischio complessivo dell'intero portafoglio.

Supponiamo ad esempio di avere un portafoglio che comprende azioni di diverse società, obbligazioni e un fondo comune di investimento immobiliare. Ogni componente del portafoglio ha la propria volatilità individuale. Tuttavia, quando vengono combinati, le correlazioni tra gli strumenti possono influenzare la volatilità complessiva del portafoglio.

Ad esempio, se le azioni di società A e società B sono altamente correlate, il loro prezzo può muoversi in modo simile. Ciò potrebbe aumentare la volatilità del portafoglio se entrambe le azioni subiscono fluttuazioni significative. D'altra parte, se le obbligazioni nel portafoglio hanno una bassa correlazione con le azioni, possono offrire una certa stabilità e ridurre la volatilità complessiva del portafoglio.

La Correlazione

La correlazione tra le diverse asset class svolge un ruolo fondamentale nella gestione della volatilità di portafoglio. La correlazione misura la relazione statistica tra due asset class e può variare da -1 a +1.

  • Correlazione positiva: Se due asset class hanno una correlazione positiva, significa che tendono a muoversi nella stessa direzione. Ad esempio, le azioni e i titoli ad alto rendimento possono avere una correlazione positiva perché entrambi sono influenzati dagli stessi fattori di mercato, come le condizioni economiche generali. Quando le azioni salgono, è probabile che anche i titoli ad alto rendimento si apprezzino, aumentando la volatilità complessiva del portafoglio.
  • Correlazione negativa: Se due asset class hanno una correlazione negativa, significa che tendono a muoversi in direzioni opposte. Ad esempio, le obbligazioni di qualità elevata e gli asset rifugio, come l'oro, possono avere una correlazione negativa con le azioni. Durante periodi di turbolenza dei mercati azionari, gli investitori spesso cercano sicurezza nelle obbligazioni o nell'oro, che possono agire come un'assicurazione contro la volatilità del mercato.
  • Correlazione neutra o scarsa: Alcune asset class possono avere una correlazione neutra o scarsa tra loro, il che significa che non vi è una relazione significativa tra i loro movimenti di prezzo. Ad esempio, le obbligazioni di qualità elevata possono avere una correlazione neutra con i mercati azionari. Questo può essere utile per la riduzione della volatilità di portafoglio, poiché l'inclusione di asset con correlazione neutra può contribuire a mitigare il rischio complessivo.

L'utilizzo di asset class con correlazione negativa o neutra può essere una strategia efficace per diversificare il portafoglio e ridurre la volatilità. In questo modo, quando una parte del portafoglio subisce una performance negativa, l'altra parte può compensare le perdite o mantenere una certa stabilità.

Ad esempio, un investitore potrebbe allocare parte del suo portafoglio in azioni e parte in obbligazioni di qualità elevata. Durante periodi di forti cali dei mercati azionari, le obbligazioni possono agire come un'ammortizzatore per le perdite, riducendo la volatilità complessiva del portafoglio. D'altra parte, quando i mercati azionari sono in crescita, le azioni possono fornire un'opportunità di rendimento più elevato, bilanciando il portafoglio.

La comprensione della correlazione tra le varie asset class è essenziale per costruire un portafoglio ben diversificato e gestire la volatilità complessiva. Effettuare un'analisi approfondita della correlazione storica e monitorare regolarmente le dinamiche di correlazione può aiutare gli investitori a prendere decisioni più informate nella gestione del rischio del portafoglio.

Gestione della volatilità di portafoglio

La gestione della volatilità di portafoglio è essenziale per creare un portafoglio bilanciato che offra un'adeguata combinazione di rischio e rendimento e non può prescindere da una adeguata comprensione del grado di correlazione tra i vari elementi presenti nel portafoglio. Ecco alcune strategie comuni utilizzate per gestire la volatilità di portafoglio:

  • Diversificazione: Una delle principali strategie per ridurre la volatilità di portafoglio è la diversificazione. Investire in una varietà di asset classes, settori e geografie può aiutare a ridurre il rischio complessivo del portafoglio. Quando un'area del mercato è sotto pressione, altre aree possono compensare le perdite.
  • Asset allocation: L'allocazione degli asset è un processo di bilanciamento degli investimenti tra azioni, obbligazioni, liquidità e altri strumenti finanziari che tiene conto degli obiettivi di rischio e rendimento dell'investitore. Una corretta allocazione degli asset può aiutare a ridurre la volatilità di portafoglio distribuendo il capitale in modo equilibrato tra diverse classi di attività che hanno diversi profili di rischio e rendimento.
  • Uso di strumenti di copertura (hedging): Gli strumenti di copertura, come i contratti futures o le opzioni, possono essere utilizzati per mitigare il rischio di fluttuazione dei prezzi. Ad esempio, un investitore può acquistare contratti futures per proteggere il proprio portafoglio dalle perdite in caso di una significativa correzione di mercato.
  • Riequilibrio periodico: È importante monitorare regolarmente il portafoglio e riequilibrarlo se necessario. Ciò implica vendere o acquistare determinati asset per riportare l'allocazione agli obiettivi prefissati. Il riequilibrio periodico può aiutare a mantenere una volatilità di portafoglio controllata nel tempo.

Effetti della volatilità sui rendimenti

La volatilità può avere effetti significativi sui rendimenti degli investimenti a breve, medio e lungo termine. Vediamo come la volatilità può influenzare i diversi orizzonti temporali:

  • Rendimenti a breve termine: A breve termine, la volatilità può causare fluttuazioni significative dei prezzi degli asset. I movimenti di mercato improvvisi e la volatilità possono creare opportunità per i trader a breve termine di trarre profitto dalle oscillazioni dei prezzi. Tuttavia, la volatilità può anche portare a perdite se le previsioni di mercato sono errate. Gli investitori a breve termine devono monitorare attentamente la volatilità e adottare strategie che si adattino alle condizioni di mercato.
  • Rendimenti a medio termine: A medio termine, la volatilità può avere un impatto sia positivo che negativo sui rendimenti degli investimenti. Se la volatilità è elevata, potrebbe esserci una maggiore probabilità di fluttuazioni significative dei prezzi, che potrebbero portare a perdite. Tuttavia, la volatilità può anche creare opportunità di acquisto per gli investitori che cercano di capitalizzare su azioni o asset sottostanti che sono sopravvalutati o sottovalutati. Gli investitori a medio termine dovrebbero adottare un approccio bilanciato, considerando sia i rischi che le opportunità che la volatilità può presentare.
  • Rendimenti a lungo termine: A lungo termine, la volatilità può essere attenuata e i rendimenti tendono a essere meno influenzati dalle fluttuazioni di breve periodo. Nel corso di molti anni, i mercati finanziari tendono a mostrare una tendenza al rialzo generale nonostante la volatilità a breve termine. Gli investitori a lungo termine possono trarre vantaggio dalla volatilità attraverso l'effetto della mediazione: l'acquisto di asset a prezzi più bassi durante periodi di volatilità può portare a rendimenti superiori nel lungo periodo quando i prezzi si riprendono. La chiave è avere una visione a lungo termine e una strategia di investimento solida che tenga conto della volatilità come parte integrante del processo di investimento.
È importante comunque sottolineare che gli effetti della volatilità possono variare a seconda del tipo di asset o classe di attività considerata, nonché delle condizioni specifiche di mercato. Gli investitori devono valutare attentamente i propri obiettivi, la tolleranza al rischio e l'orizzonte temporale per adottare una strategia di investimento appropriata che tenga conto degli effetti della volatilità sui rendimenti.

lunedì 22 maggio 2023

49 - La Volatilità e la Varianza

La volatilità delle azioni e la varianza sono due concetti strettamente correlati. La varianza è un'altra misura statistica utilizzata per valutare la dispersione dei dati rispetto alla loro media. La volatilità è semplicemente la radice quadrata della varianza.

Volatilità

La volatilità delle azioni è un concetto fondamentale nel mondo degli investimenti e del trading. Rappresenta la misura della variazione dei prezzi delle azioni nel tempo e riflette l'incertezza e il rischio associati a un particolare titolo o a un mercato nel suo complesso. In altre parole, la volatilità indica quanto velocemente e in che misura il prezzo di un'azione può fluttuare.

Come Misurare la Volatilità passo passo

Ci sono diversi metodi per misurare la volatilità, ma il più comune è l'utilizzo della deviazione standard dei rendimenti giornalieri o dei rendimenti storici.

La deviazione standard è una misura statistica che indica quanto i dati si discostano dalla media. Applicata ai rendimenti delle azioni, la deviazione standard misura l'ampiezza delle fluttuazioni dei prezzi rispetto alla loro media nel tempo. Una deviazione standard più alta indica una maggiore volatilità, mentre una deviazione standard più bassa indica una volatilità ridotta.

Per calcolare la volatilità mensile di un qualsiasi titolo, è necessario avere a disposizione un set di dati storici che contenga i prezzi di chiusura delle azioni per ogni giorno lavorativo del mese preso in considerazione. 

Ecco i passaggi per calcolare la volatilità mensile:

  1. Calcolare i rendimenti giornalieri: Calcola la variazione percentuale tra il prezzo di chiusura di ogni giorno e il prezzo di chiusura del giorno precedente. Ad esempio, supponiamo di avere i seguenti rendimenti giornalieri per il mese di maggio.
    Ad esempio .
        1 maggio: +1%
        2 maggio: -0.5%
        3 maggio: +0.8%
        ...
        31 maggio: +0.2%

  2. Calcolare la media dei rendimenti giornalieri: Somma tutti i rendimenti giornalieri e dividi per il numero totale di giorni lavorativi nel mese.

    Ad esempio, supponiamo che ci siano stati 22 giorni lavorativi a maggio e la somma dei rendimenti giornalieri sia 5%. Quindi, la media dei rendimenti giornalieri sarà 5% / 22 = 0.2273% (arrotondato a quattro decimali)

  3. Calcolare le differenze tra i rendimenti giornalieri e la media: Sottrai la media dei rendimenti giornalieri da ciascun rendimento giornaliero e registra le differenze.
    Continuando nel nostro esempio:
        Differenza 1 maggio: +0.7727% (= 1% - 0.2273%)
        Differenza 2 maggio: -0.7273% (= -0.5% - 0.2273%)
        Differenza 3 maggio: +0.5727% (= 0.8% - 0.2273%)
        ...
        Differenza 31 maggio: -0.0273% (= 0.2% - 0.2273%)

  4. Calcolare il quadrato delle differenze: Eleva al quadrato ciascuna delle differenze calcolate al punto precedente.
    Sempre continuando nel nostro esempio:
        Quadrato della differenza 1 maggio: 0.59719729% (= 0.7727%^2)
        Quadrato della differenza 2 maggio: 0.53030329% (= -0.7273%^2)
        Quadrato della differenza 3 maggio: 0.32798729% (= 0.5727%^2)
        ...
        Quadrato della differenza 31 maggio: 0.00074329% (= -0.0273%^2)

  5. Calcolare la media dei quadrati delle differenze: Somma tutti i quadrati delle differenze e dividi per il numero totale di giorni lavorativi nel mese.

        Somma dei quadrati delle differenze = 2.87654906%
        Media dei quadrati delle differenze = 0.13075314% (arrotondato a otto decimali)

  6. Calcolare la volatilità mensile: Prendi la radice quadrata della media dei quadrati delle differenze calcolata al punto precedente. Questo valore rappresenterà la volatilità mensile del titolo scelto.

    Radice quadrata della media dei quadrati delle differenze = √0.13075314% ≈ 0.3617% (arrotondato a quattro decimali)

    Concludendo il nostro esempio, quindi, possiamo dire che la volatilità mensile del nostro titolo per il mese preso in considerazione è approssimativamente del 0.3617%. Ciò indica che, in media, ci si può aspettare che i prezzi fluttuino di circa lo 0.3617% al mese. Maggiore è la volatilità, maggiore è la probabilità di fluttuazioni significative dei prezzi delle azioni nel periodo considerato.

È importante notare che il calcolo della volatilità si basa sui dati storici e rappresenta una stima della volatilità futura delle azioni. Tuttavia, le condizioni di mercato possono cambiare nel tempo e influenzare la volatilità effettiva delle azioni. Pertanto, è sempre consigliabile prendere in considerazione anche altri fattori e utilizzare più strumenti di analisi per valutare il rischio e prendere decisioni di investimento informate.

Varianza

Mentre la deviazione standard viene comunemente utilizzata per misurare la volatilità delle azioni, la varianza fornisce una misura più dettagliata della dispersione dei dati rispetto alla media, rispetto alla deviazione standard. La varianza tiene conto di tutte le differenze individuali dai dati di riferimento e le eleva al quadrato, permettendo di valutare quanto i dati si discostano dalla media in modo più accurato.

Tuttavia, la varianza può essere più difficile da interpretare perché è espressa in unità di misura quadratiche rispetto ai dati originali. Pertanto, la deviazione standard, che è la radice quadrata della varianza, viene spesso utilizzata perché ritorna ai valori originali e fornisce una misura più intuitiva della volatilità.

Quindi, mentre la varianza offre una misura più dettagliata della dispersione, la deviazione standard (che è la radice quadrata della varianza) è più comunemente utilizzata per valutare e confrontare la volatilità delle azioni e dei mercati. La varianza rappresenta la media dei quadrati delle differenze tra i dati e la loro media. Un valore di varianza più elevato indica una maggiore dispersione dei dati e, di conseguenza, una volatilità più alta.

Per calcolare la varianza dei rendimenti delle azioni, è necessario elevare al quadrato le differenze tra i rendimenti giornalieri e la loro media, quindi calcolare la media di questi quadrati. Successivamente, è possibile ottenere la volatilità prendendo la radice quadrata della varianza.

Mentre la varianza può essere utile per l'analisi approfondita della volatilità, la deviazione standard è più comunemente utilizzata perché è espressa nella stessa unità di misura dei dati originali, facilitando l'interpretazione e il confronto tra diverse azioni o mercati.

Ad esempio:

supponiamo di confrontare due azioni: Azione A e Azione B. La volatilità dell'Azione A è espressa da una deviazione standard del 10%, mentre la volatilità dell'Azione B è di 15%. Possiamo concludere che l'Azione B è più volatile dell'Azione A perché ha una deviazione standard più alto; allo stesso modo, se confrontiamo le varianze delle stesse due azioni, potremmo trovare una varianza dell'Azione A pari a 100 e una varianza dell'Azione B pari a 225. La varianza dell'Azione B è maggiore, indicando una maggiore dispersione dei dati rispetto alla media rispetto all'Azione A.

In sostanza, la volatilità delle azioni e la varianza forniscono informazioni importanti agli investitori per valutare il rischio associato a un'azione o a un mercato. La volatilità misurata dalla deviazione standard è più comunemente utilizzata per valutare e confrontare la volatilità tra diverse azioni, mentre la varianza offre una misura più approfondita della dispersione dei dati rispetto alla media. Entrambi i concetti sono utili per prendere decisioni di investimento informate e gestire il rischio.

55 - Opzioni e Volatilità - 505 Scarsa Volatilità

Il problema di troppo poca volatilità, cosa c'è dietro La vendita di opzioni è una strategia di investimento che può essere molto reddit...