venerdì 23 agosto 2019

6. Il Rischio





Il concetto di rischio è, per molti versi, evanescente e si presta a molteplici definizioni, soprattutto in ambito finanziario.


Mentre molte persone lo apprezzano in termini di volatilità e quindi considerano più rischiosi quei titoli che hanno ampie oscillazioni e meno rischiosi quelli dall'andamento più regolare io mi permetto di dissentire.


Questo perché da un lato ho dalla mia parte un orizzonte temporale medio lungo (e sono consapevole che i risultati si devono misurare alla fine e non all'inizio) e dall'altro sono oramai abituato ad operare con strumenti finanziari quali le opzioni (e quindi a "vendere volatilità"). Per me il rischio, quello vero, è quello della perdita permanente del capitale il resto è solo rumore.





Nelle mie analisi utilizzo varie categorie di rischio:





Anzitutto nel valutare SE investire:


1. Rischio Mercato.




E' impossibile da evitare per definizione se non rimanendo fuori dal mercato. 


Anche il più prudente degli investitori che partecipa comprando un ETF con tutti i titoli del mercato ne è vulnerabile.


Grandi avvenimenti improvvisi ed imprevisti (i famosi Cigni Neri di Taleb), shock di mercato di grande entità (il fallimento di Lehman Brothers) travolgono tutto e tutti. L'unico modo per restarne immuni è restare fuori dal mercato (e a volte neanche quello basta...).


2. Rischio Individuale (Fondamentale e di Valutazione)



Il Rischio individuale è il rischio relativo al singolo emittente.


E' il rischio che viene ridotto dalla diversificazione.





Guardiamo a quanto è accaduto al titolo di Pacific Gas and Electric Company (NYSE:PCG), costretta a richiedere la bancarotta a seguito degli incendi in Florida del 2018.





Per proteggersi da questo tipo di rischio è quindi utile diversificare adeguatamente il proprio portafoglio e, soprattuto praticare la propria due diligence in sede di acquisto dei vari titoli andando ad analizzare i fondamentali della Società.

Una sfumatura importante del rischio fondamentale e quello della valutazione.

Al momento dell'acquisto del titolo corriamo il rischio non solo di comprare una parte di una società che domani potrebbe fallire (e quindi arrivare a valere zero), ma anche, più spesso, quello di pagare un buon titolo troppo rispetto al valore reale del business sottostante.

Anche se quest'ultimo scenario potrebbe sembrarci meno grave, dobbiamo considerare le conseguenze che esso porta con se. Infatti se paghiamo 60 euro per un titolo la cui corretta valutazione sarebbe 50 euro non solo l'investimento è più rischioso rispetto ad averlo pagato 40 euro, ma anche i profitti che possiamo aspettarcene sono decisamente inferiori sia in valore assoluto che in termini percentuali. In sostanza pagando troppo, rischiamo di più per guadagnare di meno.


3. Rischio Illiquidità.




E' un rischio legato all'investitore.

Mai investire soldi che non si è disposti a perdere e mai essere 100% investiti, in caso di bisogno si sarebbe costretti a liquidare posizioni in perdita o a rinunciare a cogliere opportunità interessanti.


Gestione del rischio.



Un'adeguata diversificazione unita ad una attenta pianificazione finanziaria tendono entrambe a ridurre i rischi che, comunque, sono inevitabili.


L'operatività con le opzioni può aiutare a ridurre il rischio, in particolare la continua vendita di covered call OTM a breve scadenza aiuta a generare un cash flow costante che, aumentando le redditività dei propri investimenti ne riduce contemporaneamente il rischio.





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